Il rapporto annuale sui furti in Italia nel 2017 evidenzia un calo rispetto all’anno precedente. Purtroppo però sono in diminuzione anche i ritrovamenti.

Ma ecco i dati nel dettaglio.

Nel 2017 i furti di autoveicoli in Italia sono stati 103.030, il 5,59% in meno rispetto al 2016. I ritrovamenti sono stati 44.040 contro i 49.801 dell’anno precedente (+11,57%). Nonostante diverse importanti operazioni effettuate dalla Polizia i ladri riescono a farla franca grazie a un’elevata conoscenza delle tecnologie delle nostre auto.

L’auto meno facile da “tenere” perché vittima preferita dei ladri è la Panda con 9.719 unità, seguita da altre due FIAT: la Punto con 8.395 esemplari rubati e la Cinquecento con 7.008. Al quarto posto sempre FCA con la Lancia Y ma nettamente staccata (3.522 furti) mentre la prima straniera è la Volkswagen Golf con 2.830 vetture rubate nel 2017.

Decisamente più bassi i numeri relativi al mondo dei SUV, segmento in continua crescita per quanto riguarda le immatricolazioni. La più rubata della categoria è la Nissan Qashqai con “appena” 675 unità, seguono la Kia Sportage (433) e la Land Rover Range Rover (407).

I dati diffusi dalla Polizia Stradale evidenziano alcune zone più soggette a furti, la distinzione è stata fatta per regione e per città. Così come nel 2016, anche nel 2017 la Campania risulta la regione in cui sono avvenuti più furti (19,7% del totale nazionale). Di poco inferiori i furti registrati nel Lazio, a cui fanno seguito la Puglia e la Lombardia. Concentrando il focus sulle città troviamo Roma in testa con 17.146 furti, poi Napoli con 13.935 e Milano con 8.213; non per niente sono le città italiane più grandi per abitanti e questo porta a pensare che il maggior numero di furti sia direttamente proporzionale alla quantità di veicoli circolanti e non alla presenza di specifiche organizzazioni criminali.

Dal rapporto della Polizia emerge inoltre un “identikit” dei nuovi ladri, non più associabili a persone poco colte armate di spadino ma a veri e propri geni dell’informatica che applicano le proprie conoscenze per perseguire scopi malvagi.

Spesso ad occuparsi di furti di auto sono organizzazioni provenienti dall’Est Europa che grazie a congegni tecnologici riescono a rubare un veicolo in pochissimo tempo senza causare alcun danno alla vettura, il che li rende ancora meno riconoscibili per una pattuglia stradale. La polizia indica inoltre i due fini principali per cui vengono rubate le auto: vendita delle componenti nel mercato nero e reinserimento del veicolo sul mercato con dati identificativi e documenti falsi.

I dati provengono dall’EUVID (European Vehicle Identification Database), a cui contribuisce anche la Polizia Stradale.

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